Hunter, parete nord, via
Moonflower; una grande classica
dell’Alaska. Insieme alla Cassin, al Denali e ad Infinity spur al monte Foraker
è una delle tre 3 classiche della zona.
Noppa (Norbert Joos) ed io decidiamo di fare una veloce
spedizione che ha come obbiettivo la parete nord del monte Hunter.
Arrivati sul ghiacciaio la meteo è molto buona, super
galvanizzati il giorno dopo facciamo un giro sotto la parete per fare un
deposito di materiale.
Nella notte lasciamo il campo base per iniziare la nostra
avventura, abbiamo cibo e gas per 4/5 giorni. L’idea è arrivare in vetta e
scendere per la cresta ovest; giro molto lungo ed ambizioso
Il giorno prima abbiamo parlato con due giapponesi che hanno
ripetuto la via fino alla spalla in 5 giorni, cinque giorni di brutto tempo e nevicate,
4 bivacchi senza tenda ed il loro commento era stato:“wet bivy, snow showers,
too bad!”.
Noi abbiamo deciso di portarci la tenda, sapendo che almeno al primo bivacco c’è
posto per metterla, lavorando un po’ per scavare la piazzola.
Partiamo per la Mugs Start, quest’anno la partenza originale
non è percorribile per mancanza di ghiaccio.
I tiri si susseguono, non troppo facili ma non troppo
impegnativi, il giusto compromesso per divertirsi dimenticandosi di avere 1500
metri sopra la testa. Arriviamo al famoso tiro “The Prow”, qui le cose cambiano,
la parete si verticalizza e le difficoltà aumentano, il tiro in libera è M7, ma
non mi lascio sfuggire il piacere di fare un po’ di A0.
Il tiro successivo comincia con un pendolo e porta nella
goulotte. Dopo di che segue il Tamara Travers, un traverso di 50 metri su
ghiaccio e misto, l’arrampicata in traverso con le piccozze è quanto ci sia di
più noioso: pianta la piccozza, fai il cambio mano, pianta l’altra piccozza, ecc.…
Raggiungiamo il primo nevaio (ice band) e qui creiamo la
piazzola per la tenda. La decisione della tenda si rivela azzeccata perché
nella notte cadono 30cm di neve e la tenda è quasi sepolta il giorno seguente.
La mattina il tempo è ancora decisamente brutto e soprattutto
caldo! La neve è bagnata, il ghiaccio è bagnato, temiamo per qualche crollo dei
funghi di neve che sono presenti sulla via.
Proviamo comunque a partire, le condizioni non sono facili. La
nuova neve umida si è attaccata ovunque e rende difficile la progressione.
Le temperature sono alte e non smette di nevicare, Noppa è
sempre meno convinto ma io decido comunque di salire ancora una lunghezza di
corda, questa lunghezza si rivela particolarmente ostica (a posteriori saprò
che quest’anno è la lunghezza più dura dell’intera via) e mi porta alla base di
The Schaft, 3 tiri di ghiaccio verticali con pezzi strapiombanti.
Qui, anch'io mi rendo
conto che le condizioni sono un po’ limite e cedo alle pressioni di Noppa per
scendere.
Una infinità di doppie ci portano a terra, e qui viviamo un’atmosfera
irreale. Nebbie e caldo, siamo completamente fradici, le nebbie che sono
presenti dalla mattina rendono costante la luce durante tutta la giornata e sommato
al fatto che il mio orologio è rotto, non so più se è mattina o pomeriggio o
notte (in Alaska la notte non esiste perché siamo vicino al circolo polare
artico).
Rientriamo al campo base dove passiamo qualche giorno di risposo,
pronti a cogliere la prima finestra di bel tempo che non arriverà mai prima del
nostro rientro.
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investiti da una piccola slavina di polvere ai piedi della parete |
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Mugs Start |
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Mugs Start |
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McNerthney Ice Dagger |
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McNerthney Ice Dagger |
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The Prow |
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Tamara's Traverse |
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first ice band |
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bivy |
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scendendo in corda doppia |
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base campe life |
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tee time con i vicini di tenda tasmani |
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io e noppa con il fortissimo team giapponese |