Prima volta in Yosemite per me, non prima per Rosa Morotti e
Norbert "Noppa" Joos che insieme totalizzano una decina ascensioni a El Capitan, a loro
toccherà istruirmi su cosa è una big wall, a me toccherà imparare in fretta.
preparazione del materiale prima di partire |
I
primi giorni in Yosemite li passiamo a smaltire il jet lag e fare qualche
arrampicata in zona per abituarci ai gradi locali (sonore mazzate!).
L’obbiettivo
del viaggio è Mescalito, ma il giorno che decidiamo di andare a fare i primi
tiri (per poi lasciare delle corde fisse) troviamo che la via è già occupata da
una cordata germanica particolarmente lenta. Alla base della via conosciamo el
Riki, un simpatico basco che è in valle da maggio (5 mesi!!), lui è il “capo”
della banda spagnola, e conosce tutti i segreti per soppravivere ai ranger.
Cambio
di programma, si va su Tangerin Trip. Non conosco la via, Rosa ne aveva fatto i
primi 4 tiri e poi era ridiscesa per brutto tempo. Il giorno stesso montiamo i
primi 3 tiri della via.
Parto
direttamente io, le staffe le ho usate solo in Dolomiti, Rosa e Noppa mi dicono
cosa fare “metti la staffa li”, “devi alzarti sulle staffe”, io cerco di
comprendere ed il gioco mi risulta più semplice di quanto pensassi. Il secondo
tiro mi fa prendere confidenza con i temuti cliff, una cosa è metterli nei
buchi dolomitici, un'altra è usarli sulle piatte tacche granitiche. Dopo
qualche tiro i movimenti si automatizzano e tutto viene più naturale, scendendo
fissiamo le corde fisse lungo i tiri saliti.
Due
giorni di piovaschi intervallati da sole ci danno il tempo di preparare tutto
il materiale per la parete, l’attesa mi rende inpaziente, sogno la mia prima
notte in portaledge! Insisto per partire anche con la pioggia, tanto la parete
è strapiombante; Noppa e Rosa sono un po più calmi e non hanno nessuna voglia
di partire con questo tempo!
E
via, finalmente si parte, issiamo gli haulbag e scatta la routine. Con un team
perfetto, il ritmo è: scalare il tiro (mio compito), pulire il tiro (compito di
Rosa) e issare gli haulbag (compito del Noppa). Il ritmo procede fino a sera, e
qui arriva la tanto attesa notte in portaledge. Per motivi di peso Noppa e Rosa
hanno avuto l’idea di prendere un solo portaledge per tutti e tre. Io ho fin da
subito accolto freddamente questa geniale idea, difatti la notte si rivela
estremamente scomoda, la mia posizione è sul limite esterno e posso
“apprezzare” pienamente i 200metri e passa che mi separano da terra. Ma non
tutto il male vien per nuocere, l’idea di fare un'altra notte così mi dona la
motivazione per arrampicare veloce, purtroppo un altro stretto bivacco è
obbligatorio, ma il terzo giorno nel primo pomeriggio raggiungiamo la cima! Noppa
mi ha insegnato che in el Captain l’acqua è la cosa fondamentale e non bisogna
mai restare senza, infatti finiamo la via con 35 litri d’acqua d’avanzo!! Forse
siamo stati un po troppo prudenti….comunque grazie all’abbondanza dell’acqua decidiamo
di passare il pomeriggio e la notte in cima al Capitan con una vista mozzafiato
sul Half Dome e tutta la valle!
Ci
concediamo due giorni di riposo ma siamo troppo motivati per Mescalito, Rosa e
Noppa montano i primi tiri mentre io mi concedo un altro giorno extra di riposo,
un altro giorno di pioggia che sfruttiamo per fare la spesa e via partiamo per
MESCALITO!!!!
Mescalito è il nostro obbiettivo principale, è una via di 1000 metri, la guida la descrive come “ripida, sostenuta ed eccezionale. È difficile immaginare una via migliore su una parete più incredibile.” Come si fa a resistere a tale descrizione?
Mescalito è il nostro obbiettivo principale, è una via di 1000 metri, la guida la descrive come “ripida, sostenuta ed eccezionale. È difficile immaginare una via migliore su una parete più incredibile.” Come si fa a resistere a tale descrizione?
E
via partiamo, con 60l di acqua, cibo per una settimana e una super motivazione;
ma soprattutto due portaledges.
La
via è bellissima, arrampicata sempre sostenuta su C2 C3(A2-A3 senza martello) e
finalmente mi godo le notti con un portaledge tutto per me!
Dopo
5 notti in parete raggiungiamo la vetta!!! Che gioia poter camminare
liberamente, togliere l’imbrago ma soprattutto la soddisfazione di raggiungere
la vetta dopo 5 giorni fantastici passati in parete!
Qualche
giorno di riposo e la voglia di arrampicata libera torna in me, e vado a
fare la via Rostum con due simpatici milanesi conosciuti in Camp4 (giorgio e
giorgio), grandi mazzate su qualunque grado ma il divertimento non manca mai,
neanche sulla ultima offwitch affrontata al buio con 2 pile frontali in 3.
Manca
poco alla fine del viaggio ma Noppa ed io decidiamo di affrontare Salathe, Rosa
l’ha già salita diversi anni fa e non è interessata a farla una seconda volta.
E
via si va per Salathe! Questa big wall è leggenda, è stata aperta dal magico
team Robbins, Frost e Pratt, veri capostipiti dell’alpinismo americano. Questa
via è molto più stile “alpino” in quanto spesso si mescola libera e
artificiale, sono pochi i tiri puramente in artificiale e sono molti i tiri in
camino o fessure molto larghe, chiaramente tutti impegnativi :)
the Ear - Salathe |
Traffico, traffico e traffico ancora, team che salgono, team che scendono. È questa la problematica principale che abbiamo riscontrato in Salathe, addirittura ad una sosta mi sono trovato in compagnia di altri 2 team, 7 persone + haulbag appesi a due spit un po’ arrugginiti!!
Per fortuna nella head
wall facciamo comunella con la cordata basco-catalana di Sergi e Unai e
riusciamo a superare una cordata di inglesi super lenti. In vetta pepsi tuna
party con i nuovi amici baschi e catalani, non spagnoli, attenzione!!! J
E
dopo 5 settimane trascorse nel parco, 3 vie su El Capitan e tante nuove
conoscenze, è tempo di lasciare il clima estivo per tornare a casa dove
l’inverno è alle porte.
Riflessioni
yosemitiche
La
roccia è unta ovunque, ok scherzi a parte non ho mai visto una roccia così
liscia e scivolosa, bisogna abituarsi.
L’ambiente
d’arrampicata è molto bello, le pareti sono eccezionali. Tutto il resto meglio
perderlo, in Camp 4 regna una atmosfera da grande fratello Ranger, i ranger
passano di notte a controllare che gli armadi del cibo siano ben chiusi
lasciando biglietti di richiamo, non si può dormire fuori dalla tenda senza
trovarsi un ranger che ti punta la pila in un occhio e con la pistola in mano
ti intima di uscire dal parco.
Belle
le vie classiche ma sono molto affollate, Nose e Salathe e tutte le vie corte
soffrono di sovraffolamento che rende meno piacevole l’arrampicata.
I cam hook fanno paura ma tengono!
Dormire nei portaledge non è come nei video dei Favresse,
a ogni minimo movimento è un sussulto al cuore. Forse è questione d’abitudine,
ma Rosa che continuava a raccontarmi di quando a lei e Sergio si era ribaltato
il portaledge, non era d’aiuto! :)
Grazie a rosa e noppa delle bel tempo trascorso insieme
http://www.bergsport.ch/
http://www.bergsport.ch/
la valle affumicata, il fumo proveniente dagli incendi delle valli vicine |
el bridge - passatempo del climber in yosemite, guardare le altre cordate su el capitan |
vita in camp4 |
Haul bag |
il maestro dice "non sempre i copperhead in loco tengono" |
Mescalito |
cam hook in azione |
Mescalito |
Mescalito |
Mescalito - Rosa durante la pulitura di un tiro |
Mescalito |
vita da portaledge |
Mescalito |
Salathe |
Salathe |
Salathe |
Salathe - head wall |
Unai, Noppa, Sergi ed io in vetta al el Cap dopo Salthe |
Tangerine Trip |
Tangerine Trip |
Tangerine Trip |
Tangerine Tip |
risveglio in cima al El Cap dopo Tangerine Trip |
Tangerine Trip |
unico orso avvistato in Yosemite! |
Tangerine Trip |
Mescalito
bivacco su Mescalito
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